venerdì 27 novembre 2015

Chiacchiere con Carlotta la fioraia

Le mie giornate sono lunghe e tutte diverse: a volte mi scorrono davanti vuote e deprimenti, a volte mi fagocitano per risputarmi fuori verso ora di cena, giusto in tempo per il mio appuntamento serale.
Quasi ogni sera Carlotta mi aspetta, sta lì che sistema carte e nastrini e chiude la cassa, nel frattempo prendo i vasi dal marciapiede e li porto dentro. Mentre lei traffica con le ultime cose, abbasso a metà la saracinesca. Ogni sera mi guarda, mi sorride e mi chiede com'è stata la mia giornata ed ogni sera mi regala una piantina o un fiore diverso. Carlotta è molto anziana, le gambe le fanno sempre un gran male, ma è un’instancabile chiacchierona.

Anche ieri sera mi sono seduta su uno sgabello e le ho racconto della mia giornata. Le ho detto che negli ultimi giorni spesso mi prende un po’ di sconforto, che non riesco a non pensare agli ostacoli che continuo ad avere davanti da mesi, che sento che il mio tempo migliore mi scivola tra le mani senza che io riesca a dargli un senso, che ho fretta di vivere e di fare, ma non lo faccio.
Lei mi ha sorriso, stringendo gli occhi traditori che troppo presto hanno cominciato a perdere colpi. Lei sorride sempre dei miei malumori, sorride come solo chi ha avuto problemi ben più grandi potrebbe sorridermi. Mi ha guardato teneramente e mi ha detto "vorrai mica arrenderti?"  Le ho risposto di no, che è chiaro che non voglio arrendermi, che sono certa che prima o poi tutto andrà per il meglio. Lo so. Ma mi sembra tutto troppo difficile.

Mi ha sorriso ancora, si è alzata. Lentamente. Si è diretta verso il retro del suo negozio ed è scomparsa per qualche minuto. È ritornata con un vaso con una piantina che non ho riconosciuto. L’ha appoggiata sul suo bancone e mi ha detto: “Lo tengo ancora nel retro, ma dalla prossima settimana lo verranno tutti a cercare per i loro addobbi, è vischio!”.  Io conosco il suo modo di fare, stava per raccontarmi qualcosa. 


“Il vischio è una pianta parassita, cresce sulla cima degli altri alberi più grandi, specialmente il pino e la quercia. Tu li conosci i druidi? I sacerdoti dei celti? Loro avevano una specie di adorazione per una fragilità così superiore alla forza. I druidi raccontavano questa storia: il giovane e bellissimo dio della luce Balder, era tormentato dagli incubi, pur sapendo di essere amato da tutti per la sua bontà e la sua bellezza, ogni notte sognava che qualcuno stesse per ucciderlo. La madre allora partì per un lungo viaggio e ad ogni cosa che incontrava faceva giurare che non avrebbe mai fatto del male a suo figlio. Giurarono tutti: l'aria e l'acqua, la terra e il fuoco, le piante, gli animali e le pietre. Solo la pianticella del vischio non giurò, perché Friga, l'aveva ritenuta troppo debole e innocua per costituire un pericolo. L’invulnerabilità del dio Balder divenne motivo di divertimento fra gli dei, gli tiravano sassi e frecce, lo trafiggevano con le lance, lo colpivano con le spade, ma nulla poteva ferire il giovane Balder. Solo Loki, dio della distruzione, non partecipava. Egli amava gli scherzi crudeli e quel gioco innocuo non lo divertiva affatto. Quindi si trasformò in una vecchina e con l’inganno interrogò Friga che gli rispose: “Tutti gli elementi hanno prestato giuramento, non c’è niente nella natura che possa ledergli, ho ottenuto questa promessa da tutto ciò che ne abbia qualche potere, c’è solo un piccolo arbusto a cui non l’ho chiesto, perché mi è sembrato troppo fragile, si regge alla corteccia di una quercia e ha appena una radice, vive senza terra, è il vischio”.  Allora Loki andò nel bosco e ne prese un ramo che cresceva sul fusto di un melo. Con esso costruì un bastoncino dalla punta affilata, quindi si recò all'assemblea degli dei, dove, come al solito, gli dei erano impegnati nel gioco di colpire Balder. Loki si avvicinò al cieco Heder e gli porse il bastoncino di vischio. «Prova a colpire Balder con questo» gli disse, ma Heder replicò: «Come posso colpirlo se neppure lo vedo?» Ma Loki lo rassicurò: «Non temere, guiderò io la tua mano». Heder lanciò il bastoncino e colpi Balder, il vischio penetrò nelle sue carni e lo uccise. Così il figlio invulnerabile d’una dea fu ucciso da un rametto di vischio lanciato da un cieco!”


Carlotta come ogni sera mi ha consegnato la pianta giusta al momento giusto, mi ha messo in mano il vasetto e mi ha detto «sei anche tu un vischio, ora credi di sembrare incapace di grandi cose e invece arriverà il momento in cui dovranno ricredersi tutti, te compresa… perché il vischio significa ‘IO SUPERO OGNI OSTACOLO’ e tu supererai ogni ostacolo!»

 

1 commento:

  1. Come vorrei anch io conoscere questa fioraia che ha il mio stesso nome. Saprebbe consigliare anche me? Quante volte come te mi sento insoddisfatta e confusa e avrei bisogno di qualcuno che mi aiuti a far chiarezza. Complimenti per il blog e forza! Aspetto il tuo prossimo post.
    Un bacio da Carlotta

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